Il tecnico tedesco ha già lavorato con un big ultratrentenne ai tempi dello Schalke: inizio col botto, poi fu guerra di nervi
Le mosse per il futuro prossimo sono chiarissime: presto Ibra salirà su un aereo privato e nel weekend raggiungerà Milano. Più difficile al momento decifrare il futuro oltre questa stagione, anche se gli indizi portano a uno scenario verosimile: un Milan ancora guidato da Stefano Pioli spianerebbe la strada a un Milan ancora illuminato dalle giocate di Zlatan.
TRA PIOLI E RANGNICK— Non è un’equazione esatta, ma ci si avvicina molto, perché il rapporto di fiducia e stima reciproca che si è instaurato tra l’allenatore emiliano e il campione svedese è diventato persino più robusto durante questi giorni di lontananza: il feeling è forte e una conferma di Pioli potrà giocare un ruolo determinante per l’eventuale rinnovo di Ibrahimovic. Ma se le cose in panchina andassero diversamente? In questo caso toccherebbe con molte probabilità a Ralf Rangnick disegnare il Milan del futuro: non è detto che la convivenza con Ibra non possa funzionare, anzitutto perché né il manager tedesco né lo stesso Zlatan hanno posto veti reciproci. La storia di Rangnick però racconta di un tecnico abituato a lavorare con squadre giovani, e soprattutto di un precedente poco “incoraggiante”: il rapporto tutt’altro che idilliaco con Raul ai tempi dello Schalke.